Coreografia e regia Antonello Tudisco

danzatori  Nicolas Grimaldi Capitello, Adriano Popolo Rubbio, Angelo Petracca, Lia Gusein-Zadè, Ariane Roustan

light design Giuseppe Di Lorenzo

drammaturgia musicale Chiara Mallozzi ​

Produzione interno5 con il sostegno del MIC - Ministero della Cultura Italiano

 

Partendo da un preciso riferimento drammaturgico - il "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare - e in particolare dall'analisi della commedia scritta da Harold Bloom e Jan Kott, il nostro lavoro indaga il rapporto tra sogno e realtà o - più specificamente - la possibilità di vivere un sogno come esperienza della realtà, vivendo concretamente la "fantasia" come verità. L'interpretazione di questi testi ha portato alla consapevolezza che nel momento in cui viene vissuto come momento di realtà, un sogno ci permetterà di percepire la veridicità delle persone, dei loro gesti e delle loro azioni. Nel corso della creazione è emersa la necessità di affiancare al riferimento testuale un riferimento musicale. Fu così introdotta la Messa a cinque voci di Pergolesi; perché i sogni, così come le preghiere, portano alla trascendenza, a uno spazio ea un tempo lontani, che una volta raggiunti diventano contemporanei e reali. La forza espressiva della musica di Pergolesi, rielaborata in un'originale drammaturgia musicale, rende pienamente il rapporto diretto tra corpo, azione e significato. L'azione e il movimento dell'esecutore entrano a far parte di una partitura musicale, fatta di suoni e silenzi attraverso i quali si “trascende” per restituire allo spettatore la veridicità delle azioni e la forza autentica dei corpi. Lo spettatore legge/guarda un'azione che evoca i segni di un mondo fantastico, ma che allo stesso tempo si sta concretamente svolgendo. L'obiettivo ambizioso è quello di portare lo spettatore a chiedersi, per un secondo, se ha sognato la realtà o ha vissuto veramente un sogno.