ACT OF MERCY
Trailer
coreografia e regia antonello tudisco
Concept Vincenzo Ambrosino e Antonello Tudisco
Aiuto Drammaturgia Domenico Ingenito
Supervisione Davide Iodice
Musiche Renato Fiorito / Chiara Mallozzi
Disegno Luci Marco Giusti
Scenografia Massimo Staich
Costumi Dario Biancullo
Interpreti Rebecca Collins/Gaetano Montecasino /Angelo Petracca /Francesco Russo/ Piotr Waich
Produzione Interno5 con il sostegno del MIC - Ministero della Cultura Italiano
Coproduzione Teatro Mercadante
in collaborazione produttiva Ravello Festival Danza e tendenze 2018 e Residenza C.RE.ARE Campania
La Misericordia può essere considerata come un atto di bontà che si realizza nell’immediato, il conforto dato o cercato può permettere a chi lo esercita, di creare una migliore condizione di vita. Lo spettacolo indaga, non il valore religioso dell’atto caritatevole ma quello laico, umano, legato alla possibilità di donare sollievo reale e concreto, ponendosi però alcuni interrogativi:
Può, ad esempio, la bontà essere crudele? La Misericordia può fallire? Nella società contemporanea, l’aiuto verso il bisognoso può essere solo di “facciata” e poco concreto, necessario solo a generare meccanismi di finto umanitarismo che placano momentaneamente le coscienze.
Lo spunto di riflessione è il dipinto Le Sette opere della Misericordia di Caravaggio, in cui il linguaggio simbolico usato fa leggere la Misericordia come un’esigenza reale ed umana, attraverso gesti e personaggi che non rappresentano una immagine solo estetica ed ideale, ma la rendono viva e profondamente concreta. Le azioni raccontano di corpi che si aiutano e agiscono per un benessere collettivo. Trasportato ai nostri giorni, tali azioni concrete ed effettivamente di mutuo soccorso, vengono estese alla drammatica situazione vissuta dai migranti che attraverso di continuo il
Mediterraneo. E questo è l’altro asse di ricerca su cui indaga lo spettacolo, soffermandosi su quegli atti di Misericordia mancati o dimezzati che si attuano nei confronti di questa bisognosa umanità.
Una umanità data dai corpi dei danzatori che, come segni di un linguaggio in cui la mutualità del gesto genera nuova una nuova vita animata da una visione di gruppo che agisce in maniera coesa e non isolata in piccole realtà autonome e distinte.